Cose da sapere sulle porte blindate

Porte blindate, guida alle classi anti effrazione

Le classi anti effrazione identificano il livello di sicurezza delle porte blindate: ma quante sono? E a quali caratteristiche corrispondono? Qua trovi tutte le risposte ai tuoi dubbi.

di Redazione

22 giugno 2018

Cosa sono le classi anti effrazione

Cosa sono le classi anti effrazione

In riferimento alle porte blindate, certamente avete sentito parlare delle “classi anti effrazione” o “classi di sicurezza” e magari non avete le idee molto chiare a tal proposito. Invece è necessario acquisire le corrette informazioni, soprattutto nel caso in cui stiate valutando l’acquisto di una porta blindata. Appena fabbricata, la porta viene sottoposta a specifici test riguardanti in generale la sua resistenza e più in particolare la serratura, la tenuta della blindatura, la qualità dell’isolamento termoacustico. Effettuate in base alle norme Uni En 1628, 1629 e 1630, tali prove servono anche a determinare quanto e come la porta sopporti il carico statico, dinamico e manuale. In questa fase, dunque, emergono eventuali difetti progettuali in grado di influire negativamente sulla sicurezza della struttura; ci riferiamo pure ai dettagli, per esempio il diametro delle viti e le saldature. In pratica, gli esperti simulano l’attacco di un malvivente, utilizzando particolari modus operandi e specifici strumenti da scasso. Ecco: il tipo di attrezzi che permette di averla vinta sulla porta e il tempo di effrazione definiscono la classe a cui la porta stessa appartiene. Un modello che cede con banali cacciavite e tenaglie, di conseguenza, sarà in una classe diversa rispetto a un modello che tiene testa, diciamo così, persino a sofisticati attrezzi elettrici come le seghe a sciabola. Le classi anti effrazione delle porte blindate sono regolate dalla norma Uni En 1627. In foto la porta Elettra di Dierre. La sua peculiarità è il il Keyless System, un innovativo sistema elettronico e automatico che permette di entrare e uscire senza utilizzare alcuna chiave: un microchip invia un segnale e il gioco è fatto. Ciascun microchip ha un codice unico e non clonabile. Elettra ha il certificato antieffrazione in Classe 3 e, a richiesta, in Classe 4.

Quante sono le classi di sicurezza delle porte blindate

Le classi di sicurezza delle porte blindate sono 6 e indicano il grado di resistenza ai tentativi di effrazione. Ma andiamo più nel dettaglio.

  • Classe 1: Le porte blindate appartenenti a questa prima classe corrispondono a un livello di antieffrazione minimo. Si tratta cioè di porte che resistono soltanto alla forza fisica, ma possono essere aperte con il più semplice degli attrezzi. Insomma, non sono affatto indicate per la protezione di un appartamento, un ufficio, un luogo all’interno del quale ci siano oggetti di un certo valore. E naturalmente non garantiscono in alcun modo la sicurezza delle persone. Il che significa che vanno bene come porte caposcala oppure per chiudere una stanza contenente merce tutt’altro che preziosa.


  • Classe 2: Le porte blindate di classe 2 possono resistere agli attacchi di malviventi occasionali o comunque poco esperti: non si aprono con cacciaviti e tenaglie, ma basta utilizzare uno strumento più grande e solido e possedere una certa abilità per farle cedere. Anche in questo caso, perciò, sono adatte alla chiusura di luoghi che non necessitano di particolari protezioni.


  • Classe 3: Nella terza classe troviamo le porte blindate che resistono alla forza fisica, ai cacciavite, alle tenaglie (e altri oggetti simili) e pure al piede di porco. Il livello di sicurezza, dunque, aumenta. Perfette come porte caposcala di edifici ad altro rischio di effrazione, sono anche utilizzate spesso per gli appartamenti privati.


  • Classe 4: Una porta blindata di classe 4 dà del filo da torcere anche agli scassinatori più esperti in quanto resiste a seghe, accette, scalpelli e trapani portatili a batteria.


  • Classe 5: Molto elevato il livello di sicurezza delle porte appartenenti alla classe 5, che non solo non possono essere forzate con gli attrezzi elencati nel punto precedente ma non si aprono nemmeno con le seghe a sciabola.


  • Classe 6: Potenti attrezzi elettrici e addirittura materiale esplosivo non riescono ad aprire le porte blindate di classe 6, che quindi raggiungono gradi di resistenza e sicurezza davvero eccellenti.


In foto una porta della collezione Sovrana di Garofoli, classe di sicurezza 3. Sono disponibili le stesse finiture e gli stessi decori delle porte da interni prodotte anch’esse dal noto brand.

Quale porta blindata scegliere

Abbiamo passato in rassegna le 6 classi di sicurezza nelle quali vengono suddivise le porte blindate, dunque adesso sono più chiare le idee circa il relativo grado di sicurezza e resistenza. Avete ancora qualche dubbio sul modello da scegliere? Vi aiutiamo. In linea di massima, se il vostro appartamento si trova all’interno di un condominio (quindi è tutt’altro che isolato) può bastare la seconda classe, anche se il livello di protezione non è massimo. Se però si tratta di una casa signorile, che custodisce beni di lusso, a prescindere dalla collocazione consigliamo la terza classe. Sempre la terza, insieme alla quarta, vanno benissimo per le villette e per le abitazioni unifamiliari. Le porte blindate di classe 5 e 6 difficilmente vengono utilizzate per ambienti domestici: sono più adatte ai negozi, caveau, zone militari, centrali nucleari. Diciamo anche che la maggior parte delle porte blindate proposte dai migliori brand del settore e pensate per gli appartamenti privati appartengono alla classe 3. Per quanto riguarda i prezzi, una porta di classe 3 costa mediamente 1.000 euro, escludendo però il montaggio e l’Iva. Per una porta di classe 4 occorrono invece 1.300-.1400 euro. In foto 884, la porta più robusta fra quelle prodotte da Di.Bi: appartiene infatti alla classe anti effrazione 4. Presenta rinforzi speciali sull’anta e sul controtelaio per proteggere con maggiore efficacia i deviatori, i rostri e la serratura e per rendere il battente più solido.

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